DI COSA SI TRATTA: un'astronave adibita al trasporto minerario capta un segnale da un pianeta. Vi si ferma, e prende a bordo inconsapevolmente una forma di vita aliena che cercherà di sterminare l'intero equipaggio.
COSA MI E' PIACIUTO: la preziosa realizzazione tecnica al servizio di un thriller fantascientifico che a distanza di oltre trent'anni fa ancora rabbrividire. L'angosciosa attesa dell'incontro con il mostro è alimentata con strumenti hitchcockiani: nella penombra dell'astronave si scorgono ovunque fili, tubi e oggetti grigi o rossastri. Ogni cosa potrebbe essere parte di esso, perché dalla sua prima scioccante apparizione non si sa bene come possa essersi trasformato. La narrazione peraltro non esagera in lunghezza. Si capisce subito che Ripley¸ 踸 l'eroina della storia, e il fascino personale di Sigourney Weaver non le fa pesare il compito. Ottime le musiche, compreso il movimento lento della Seconda Sinfonia di Howard Hanson che accompagna i titoli di coda.
COSA NON MI HA CONVINTO: non mi pare di aver colto alcuna riflessione filosofica sul ruolo dell'umanità nel contesto universale. Del resto il film si apre con una discussione sui salari dei trasportatori intergalattici - un modo un po' rozzo di entrare nel vivo - e si chiude sul ben meritato sonno dell'eroina.
Ho visto Alien in
inglese con i sottotitoli in italiano.
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