COSA MI E' PIACIUTO:
non essendoci una storia vera e propria, ma trattandosi di una sorta
di diario personale in immagini dell'artista da giovane, ciò
che più conta sono l'efficacia del singolo episodio e il fascino
di ciascun personaggio. Fra i momenti più riusciti, allora, ricorderò
la nevicata con l'apparizione del pavone, il passaggio notturno della
Mille Miglia, la litigata a pranzo, il nonno perso nella nebbia. Fra
i personaggi, il padre e la madre (Armando Brancia e Pupella Maggio,
bravissimi), che sono gli unici non deformati dalla lente fantasiosa
di Fellini, e la mitica Gradisca. Dello zio matto, ancor più
del personaggio ho apprezzato l'interpretazione di Ciccio Ingrassia.
Bello il tema musicale di Nino Rota.
COSA NON MI HA CONVINTO: come rovescio della stessa medaglia, alcuni
personaggi esagerati, e alcune sequenze che forse avevano un particolare
significato per Fellini, ma che a me hanno detto poco (il balletto degli
studenti nella bruma, il matrimonio della Gradisca). Aneddoti scolastici
inutilmente volgari, un po' troppo pierineschi, e la presenza del bravo
Alvaro Vitali non c'entra.
CURIOSITA': ma nel luglio del 1888 ha nevicato
davvero a Rimini? Io ricordo al massimo un' improvvisa, assurda e geniale
nevicata milanese caduta a metà maggio del 1995.
Ho visto Amarcord in italiano senza sottotitoli.
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