DI COSA SI TRATTA: in un'agenzia immobiliare i quattro venditori sono costretti a partecipare a una gara: i due che venderanno di più fino al giorno successivo riceveranno un premio (una Cadillac il primo e un set di coltelli da cucina il secondo), gli altri due saranno licenziati.
COSA MI E' PIACIUTO: l'idea di partenza è interessante e si presta alla metafora. Il cast è considerevole: vi sono inclusi tre dei miei attori preferiti: Al Pacino, Jack Lemmon e Kevin Spacey. In particolare il primo dà molto al suo personaggio, grazie a un istrionismo ben controllato. Belli i "duetti" di Lemmon con Pacino prima e con Spacey poi, nella parte finale.
COSA NON MI HA CONVINTO: l'origine è teatrale, e mi pare che Foley abbia fatto ben poco per trasformare il teatro in cinema. Una cosa è il teatro filmato, un'altra il cinema da camera. Qui siamo a metà del guado. La messa in scena è legnosa, al massimo diligente, e non sempre: ricordo in particolre due tentativi di piano-sequenza che fanno rabbrividire per quanto sono maldestri, e il dialogo serrato fra i due che progettano il furto dei contatti somiglia a quelli fra Qui Quo e Qua, una parola a testa pronunciata con intonazioni a caso e un ritmo negli avvicendamenti afferrato a malapena con le unghie. Dialoghi ridondanti, ove il turpiloquio insistito, e alla lunga indigesto, non ha una vera ragione d'essere. La scelta di escludere totalmente le donne (se ne vede una da lontano e di spalle in una delle rare sequenze in esterni) mi pare non abbia alcuna funzione. Oltre alle donne, altro grande assente è il sense of humor.
Ho visto Americani in
inglese con i sottotioli in italiano.
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