DI COSA SI TRATTA: un giovane padre vive con i due figli, mentre la moglie va e viene seguendo i suoi capricci.
COSA MI E' PIACIUTO:
unica, per ora, prova di Kim Rossi Stuart come regista (come autore si riproporrà 4 anni più tardi col film su Vallanzasca), nella quale riversa la sua grande sensibilità di interprete condividendola con chi lo affianca in questo film, a cominciare dal bravissimo Alessandro Morace, all'epoca undicenne dall'evidente talento. La struttura del racconto è semplice ed essenziale, viene omesso quasi sistematicamente il non necessario (per esempio questi due ragazzini hanno dei nonni?), ma ciò consente di essere immediatamente coinvolti e di solidarizzare un po' con tutti, compresa la mamma (B. Bobulova, in un ruolo che definire ingrato è poco). Al tirar delle somme le parti risultano invertite: sono i ragazzini, temprati dal disagio, a doversi occupare dell'immaturità dei loro genitori, e il titolo è assai esemplificativo: al papà piace il ruolo di libero, ma così, per capriccio, senza un motivo preciso, e anche se l'interessato preferirebbe giocare a centrocampo, accondiscende, come si fa con i bambini piccoli che si fissano su una cosa senza importante e li si accontenta perché sennò si mettono a piangere.
COSA NON MI HA CONVINTO: come già accennato sopra, alcuni dialoghi sussurrati si comprendono a fatica, ed è un problema di ripresa del suono.
CURIOSITA': Alessandro Morace, dopo Anche libero va bene e Il figlio della luna (film per la tv, 2007), non ha più lavorato nel cinema, non so se per scelta sua o se per un'epidemia di cecità nessuno si è accorto di quant'è bravo. Attualmente suona la chitarra e il banjo in un complesso di musica folk che si chiama Old River Folks.
Ho visto Anche libero va bene in italiano.
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