COSA MI E' PIACIUTO:
manifesto di pessimismo sulla condizione umana al cui confronto una canzone di Luigi Tenco suona come un motivetto da balera. L'asino Balthazar è testimone e vittima della cattiveria degli uomini, fra i quali la fortuna di ciascuno è direttamente proporzionale all'indegnità. La recitazione sottotono e inespressiva sottolinea l'estraneità delle persone ad un qualsivoglia potere consapevole sulle proprie azioni. Parallelamente, Balthazar subisce ogni angheria senza mai compiere il gesto di ribellione tipico degli animali della sua specie: in tutta la sua vicenda terrena non sferra mai un solo calcio. Il tempo lento della Sonata D.959 di Schubert, forse la più tenebrosa delle sue composizioni, intrisa com'è di un senso di morte imminente, è l'unico contrappunto sonoro (se si escludono i ragli di Balthazar) a questa storia disperata. Si tratta, innegabilmente, di un film unico.
COSA NON MI HA CONVINTO: il male domina incontrastato, dittatore inavvicinabile. Non un cenno alla possibilità di un'alternativa: i sentimenti d'amore sono irrimediabilmente soffocati, umiliati.
Ho visto Au hasard Balthazar
in francese con i sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it
Robert Bresson su Amazon.it