DI COSA SI TRATTA: tenente dell'esercito (K. Costner), abbandonato dai suoi, decide di unirsi a una tribù Sioux.
COSA MI E' PIACIUTO: memore della lezione di Arthur Penn (Piccolo grande uomo), Costner, alla sua prima regia (un po' come se uno decidesse di cominciare a suonare il pianoforte con la Hammerklavier di Beethoven), evita la trappola dell'"indiano buono yankee cattivo" sforzandosi con successo di occuparsi anche dei lati oscuri della civiltà dei nativi americani, pur prendendone pienamente le parti ("questa è gente allegra (...) e straordinariamente ospitale e generosa (...) ma è anche un popolo che non sa vedere il proprio futuro). E' un film che si adagia su spazi e su tempi assai ampi, ma non è lento, perché respira col ritmo della natura, che non è né lento né veloce, ma è quello che è. Bei paesaggi, ritratti senza cercare il sublime a tutti i costi (sì, beh, due o tre processioni di silhouettes nel tramonto in quasi quattro ore di film non ci stanno mica male). La regia del debuttante Costner acquista sicurezza col passare delle ore. La direzione degli attori nativi americani è eccellente (comunque sono veri attori, non gente reclutata a caso dalle riserve), ed è molto ben gestito il polilinguismo.
COSA NON MI HA CONVINTO: quasi tutte le scene di battaglia sono un po' generiche, a causa soprattutto di un montaggio che non fa emergere alcuna linea melodica dal caos della polifonia. Si salva l'ultima. Musiche originali di John Barry poco incisive.
Ho visto Balla coi lupi in inglese
con sottotitoli in italiano.
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