DI COSA SI TRATTA: la vicenda di Eluana Englaro fa da sfondo a tre storie dai significati analoghi: un senatore del PDL (Servillo) che ha una moglie malata terminale ed è in contrasto con la figlia (Rohrwacher), un medico (Bellocchio jr) che cerca a tutti i costi di impedire ad una giovane tossicodipoendente (Sansa) di suicidarsi, una famosa attrice (Huppert) che assiste da anni la figlia in stato vegetativo.
COSA MI E' PIACIUTO:
la parola di un artista su un tema che ha coinvolto emotivamente tutti noi è sempre da ascoltare, anche e soprattutto quando egli non prende apertamente posizione. Lo assiste un direttore della fotografia, Ciprì, che è anche un regista, da solo e con Maresco, e quindi nella scelta delle ambientazioni e nella maniera di valorizzarle ci mette molto del suo. VIsivamente il film è notevole. Gli attori che ricoprono i ruoli principali (Servillo, Huppert, Rohrwacher e Sansa) hanno doti tali da superare le indefinitezze - spesso volute - che li contraddistinguono. Il finale è tenerissimo. Molto belle le musiche di Carlo Crivelli, specialista di colonne sonore per il cinema, che aveva già lavorato altre volte con Bellocchio.
COSA NON MI HA CONVINTO: fra gli interpreti ci sono ben tre figli d'arte: Bellocchio, Placido e Tognazzi. Troppi? Il loro compito in questo film non era certamente tra i più facili, sia perché i loro personaggi sono ricchi di sfaccettature, di indecisioni e di contrasti, sia perché i dialoghi non sono esenti da sbavature, a causa di qualche eccesso di teatralità e di alcune ridondanze, ma secondo la mia impressione il quartetto di attori citato più sopra ha saputo schivare le trappole molto meglio. In generale, Bella addormentata non sfugge totalmente al pericolo della frammentarietà che è propria del film a episodi: a me pare che la vicenda Englaro faccia più da sfondo che da tessuto connettivo, ma può trattarsi di un mio limite nella percezione della forma complessiva.
Ho visto Bella addormentata in italiano.
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