COSA MI E' PIACIUTO:
qualunque cosa possa dire di qualsiasi film di Buñuel, ma di
questo in particolare, rimane unicamente e strettamente il frutto della
mia percezione dell'opera. Mentre è evidente a tutti come il
confine fra sogno e realtà divenga col passare del tempo sempre
più labile e indistinto, a me non sembra affatto chiaro che l'avventura
di Séverine nella casa di Anaïs appartenga alla sfera del
reale, perlomeno non completamente. Il film, peraltro, comincia con
un sogno, e a me sembra che sia il sogno a essere sporadicamente interrotto
dalla realtà, e non viceversa. Ma poi, è importante stabilirlo?
Per me no, ma è divertente vedere come cambiando l'interpretazione
di ogni singolo frammento del quadro, il complesso si trasforma. Splendida
Catherine Deneuve nello sdoppiarsi (aveva realmente i 23 anni dichiarati
dal suo personaggio): per ottenere lo stesso risultato in Quell'oscuro
oggetto del desiderio, Buñuel sarà costretto a ricorrere
a due attrici differenti. Comunque tutti bravi anche gli altri attori.
E' perfino superfluo rimarcare la fantasia di Buñuel nel creare
situazioni a dir poco insolite, ai limiti del concepibile. Vi sono spunti
di surrealismo in puro stile-Dalì (il cinese con la scatola,
il convegno sotto il tavolo del ristorante, i gatti "da non far
entrare", che non si vedono mai ma si sentono nel finale).
COSA NON MI HA CONVINTO: avrebbe potuto contrariarmi l'inaccuratezza
tecnica che in certi momenti fa pensare di assistere al superotto della
prima comunione, se non pensassi che Buñuel l'ha fatto apposta
per confondermi accuratamente le idee e ridere della mia confusione.
Certe ingenuità nella sonorizzazione sono così sottolineate
da non poter esser ritenute che intenzionali.
Ho visto Bella di giorno in francese con i sottotitoli
in italiano.
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