DI COSA SI TRATTA: una cantante e ballerina americana e un giovane intellettuale inglese fanno amicizia a Berlino nel 1931.
COSA MI E' PIACIUTO:
il valore artistico della realizzazione è rimarchevole sotto ogni aspetto: la regia mobilissima ma non disordinata, la recitazione impeccabile, e nel caso di L. Minnelli travolgente, i dialoghi accuratissimi e costellati di preziosismi (la traduzione italiana spesso appiattisce, a volte senza ragione); le canzoni di John Cander sono ben scritte, in uno stile che molto opportunamente ricorda quello di Kurt Weill, e assai piacevoli, così come le coreografie. Fra le trovate più suggestive, i titoli di testa e quelli di coda che avvolgono un film pieno di musica in un involucro di minaccioso silenzio, in relazione al contesto storico - gli anni dell'ascesa del nazismo a Berlino - in cui la storia si svolge. Fra i destinatari degli otto Oscar assegnati a Cabaret, Bob Fosse, Liza Minnelli e Joel Grey.
COSA NON MI HA CONVINTO: qualche lungaggine nella seconda metà.
Ho visto Cabaret in inglese con sottotitoli
in italiano (che sono la trascrizione dei dialoghi nella versione italiana, come spesso accade ma non dovrebbe essere).
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