DI COSA SI TRATTA: tre amiconi legati dalla passione per il teatro litigano per una donna e rompono l'amicizia. Tre anni dopo due di loro raggiungono il terzo in Sicilia per tentare la riappacificazione.
COSA MI E' PIACIUTO: la verve comica del trio, a tre anni di distanza da Tre uomini e una gamba, si è conservata intatta, col vantaggio di una costruzione narrativa un po' più consistente, anche se ai limiti del fantastico. Rilevante l'apporto di Marina Massironi. Fra le sequenze più divertenti, quella dei provini ("...l'irreprensibile Albertazzi"...), la spesa al supermercato, in cui si assume una nota canzone di Ferradini come paradigma di comportamento con le donne, la visita ad Aldo malato che vuole solo acqua gassata, la depressione di Giovanni appena mollato da Marina che non fa che ripetere quello che gli dicono gli amici per consolarlo, il mimo ai grandi magazzini, interpretato prima da Giovanni e poi da Giacomo. Giovanni Storti rimane l'ago della bilancia fra l'esuberanza di Aldo e la tenerezza di Giacomo ("il tenero Giacomo" di enigmistica memoria: tutti i Giacomi che ho conosciuto sono così), colorandosi a volte di uno, a volte dell'altro carattere. Sicura la regia di Venier, piacevoli le canzoni di Samuele Bersani.
COSA NON MI HA CONVINTO : la sequenza della partita di basket in Piazza Mercanti a Milano sarebbe certamente apprezzabile se non fosse per il fatto che "la partita improvvisata" tout court, in questi film con protagonisti attori comici italiani, è diventata quasi una tassa da pagare senza possibilità di scampo. Di peggio c'è solo il numero musicale nelle commedie musicali americane.
CURIOSITA': ovviamente quella statua-canestro nella realtà non esiste.
Ho visto Chiedimi se sono felice in italiano.
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