LUI

TITOLO ORIGINALE Él
ANNO 1952
PAESE Spagna
REGIA Luis Buñuel
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Arturo de Córdova, Delia Garcés, Carlos Martínez Baena, Luis Beristáin
DURATA - FOTOGRAFIA 88' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD Ciné-club
Él (Lui) - Luis Bunnuel

 

 

Él (Lui) - Luis Bunnuel
Él (Lui) - Luis Bunnuel
Él (Lui) - Luis Bunnuel
Él (Lui) - Luis Bunnuel

 


Punteggio assegnato al film: ***
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): **½
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: ****
 El
(1953) on IMDb

Recensione del 4/5/2010

 

 

Qualità video: accettabile.
Qualità audio: accettabile. I dialoghi sono molto chiari.
Lingue: Spagnolo Mono.
Sottotitoli: francese (escludibili)
Formato video: 1.33:1  4/3
Extra significativi:

Il dvd comprende un altro film "messicano" di Buñuel: Ensayo de un crimen (Estasi di un delitto)

 



DI COSA SI TRATTA: un maturo possidente messicano s'invaghisce di una giovane donna conosciuta in chiesa. La sposa, infliggendole la propria gelosia morbosa.

COSA MI E' PIACIUTO: è uno dei più importanti film del periodo messicano di Buñuel. Contiene già molti degli elementi ideologici del suo cinema più importante, come il disprezzo nei confronti della borghesia e delle sue convenzioni, il maschilismo, l'invadenza della cultura religiosa nella società d'impronta cattolica. Francisco è un uomo ormai non più giovane che cede alle lusinghe del matrimonio solo perché così si conviene, ma in realtà è un malato ossessionato dal desiderio di possedere (attraversa tutto il film una vicenda giudiziaria che lo vede impegnato a riappropriarsi di un terreno che era stato di suo nonno), e non ama la donna che sposa sottraendola a un altro uomo con la forza della propria posizione sociale, ma in fondo la odia come persona e fisicamente è attratto solo da una parte del suo corpo (i piedi, un esempio di feticismo tipico di Buñuel). La satira anti-clericale si estrinseca nell'umoristico ma nerissimo e inquietante finale: la follia di Francisco esplode in chiesa (interessante il montaggio frammentato che mischia la realtà e le visioni), ed egli anziché in manicomio finisce in un convento di frati. Altra sequenza potente è quella in cui Francisco libera un'asta metallica dalla passatoia dello scalone interno della sua villa, e la sbatte ripetutamente fra due sbarre della ringhiera nel cuore della notte. Bella fotografia costellata di primi piani che vedremo sempre meno nelle opere successive di Buñuel. Valida anche la colonna sonora di Hernández Bretón.

COSA NON MI HA CONVINTO: la recitazione è ai limiti della decenza. Delia Garcés tradisce attraverso la sua dizione le origini argentine (il castigliano degli argentini non è propriamente un modello da imitare), anche se ne tiene a bada nella maggior parte dei casi la tipica cantilena. Credo che in questa edizione manchi almeno una scena d'importanza non proprio marginale.

Ho visto Lui con l'audio originale spagnolo e senza sottotitoli.


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