DI COSA SI TRATTA: giovane impiegato in un'impresa di pompe funebri sposa la figlia di un boia ed è costretto a subentrare al suocero per ottenere un appartamento.
COSA MI E' PIACIUTO: corre un filo di delicata e divertente ironia lungo questo film di Berlanga, che è considerato dagli spagnoli una delle pietre miliari del loro cinema. Oltre alla denuncia dell'insensatezza della pena di morte, c'è una critica all'ineluttabilità del rispetto delle leggi anche quando esse sono ingiuste. Un vizio tipico delle dittature. Manfredi è bravissimo nell'interpretare la normalità di un personaggio così grottesco. Meravigliosa la scena in cui le guardie carcerarie sono costrette a prestare le loro cure al boia piuttosto che al condannato: al contempo angosciosa e irresistibilmente comica.
COSA NON MI HA CONVINTO: purtroppo il film fu ignominiosamente censurato, e ridotto di ben 23 minuti. In questo modo furono rimossi i riferimenti più diretti al regime franchista, ma a causa di ciò la versione del film a noi nota presenta delle smagliature nella trama che ne compromettono pesantemente l'esito complessivo. Prima della sequenza in cui Manfredi ritira il suo primo stipendio di boia, manca certamente ben più di una scena, perché detta sequenza risulta in gran parte incomprensibile (per esempio, perché Manfredi e chi lo accompagna sono vestiti in quel modo?). Peccato, perché anche così è un ottimo film, e sono convinto che nella sua versione integrale sarebbe stato del tutto degno delle migliori fra le coeve commedie satiriche dei Fellini o dei Risi.
Ho visto La ballata del boia in spagnolo.
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