COSA MI E' PIACIUTO:
l'unico strumento nelle mani del documentarista è il montaggio.
Se la scelta del materiale è stata felice, e se è stata
rispettata la regola fondamentale della non-interferenza nell'ambiente
che si vuole descrivere, il documentario si può ritenere ben
riuscito. Ma qui si va ben oltre la semplice riuscita: senza oltrepassare
il limite della mera descrizione, Philibert sa costruire un vero racconto,
che desta emozioni elementari e genuine. Ci mostra, anche, l'istinto
pedagogico dei francesi, che è del tutto particolare; molto rappresentativa
di questo aspetto è la scena in cui mamma, papà e zio
aiutano il ragazzino un po' svogliato e distratto a fare i compiti di
matematica. E' come la celebrazione di un rito, attraverso il quale
sono passati tutti, e che tutti tramandano volentieri. Fra le attitudini
che il maestro cerca di sviluppare nei suoi piccoli alunni, c'è
proprio anche la capacità di aiutare gli altri ad imparare. Bellissima
la scena della frittata. A me a scuola non hanno mai insegnato a cucinare,
e neanche alle ragazze della mia classe. E' un male, credo. Gran bel
personaggio, il maestro Georges Lopez, spiegazione vivente di cosa significhi
insegnare per vocazione. Graziose le musiche per piano, clarinetto e
violoncello di Philippe Hersant.
COSA NON MI HA CONVINTO: qualche volta i bimbi guardano in camera, qualche
altra appare evidente che sono condizionati dalla consapevolezza di
essere ripresi. Ma sono casi sporadici, e si verificano quando la scena
era troppo bella per essere scartata.
Ho visto Essere e avere in francese con
sottotitoli (obbligatori) in italiano. Trovo molto sensato che al film
non sia stato inflitto il doppiaggio, però perché non
offrire la possibilità di escludere i sottotitoli?
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