COSA MI E' PIACIUTO: strutturalmente è
una storia d'amore che parte dalla fine, si riavvolge fino all'inizio,
e da lì si attorciglia e cerca di ricominciare il suo viaggio.
Un racconto non lineare, quindi, ma che concerne un tema più
che normale esplorato con delicata sensibilità e la capacità
di illuminare dettagli inconsueti ma importanti. Il motore del congegno
è molto artificioso, ma il suo funzionamento è naturalissimo
e facile da capire e da apprezzare. Nessun rompicapo alla Lynch, insomma.
Finale, aperto, commovente. Il giovane regista francese Michel Gondry
ha un sacco di idee molto originali, ed è interessante la visione
dei documentari presenti sul secondo disco, che ci spiegano come Gondry
abbia fatto ricorso spesso a espedienti artigianali per ottenere effetti
speciali che oggi normalmente sono realizzati al computer. E questo
non per affrontare una sfida di natura tecnica, ma per rendere il messaggio
più convincente. Jim Carrey è sorprendentemente a suo
agio in un ruolo che è agli antipodi rispetto alla sua tradizione
d'interprete, Kate Winslet offre esattamente ciò che il personaggio,
quello di una ragazza esuberante e piuttosto complicata, le richiedeva.
Belle le musiche (negli speciali c'è anche un'intervista al loro
autore, Jon Brion).
COSA NON MI HA CONVINTO: qualche ridondanza nei
dialoghi. La scena di Joel bambino in cucina è stata realizzata
magistralmente, ma la sua scrittura non è a mio avviso all'altezza
del resto. Anche il ricordo del primo incontro ha qualche debolezza.
La bruttezza del titolo italiano è già stata rimarcata
un po' da tutti, pertanto è inutile che io faccia piovere sul
bagnato.
Ho visto Eternal Sunshine Of The Spotless Mind con
l'audio originale e i sottotitoli in italiano.
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