COSA MI E' PIACIUTO:
io detesto i film dalle trame complicate, dove succedono migliaia di
cose, disposte in fila indiana con una modalità che sembra essere
quella dell'estrazione a sorte. E adoro pertanto questo film, che è
l'esatto opposto: i fatti e i personaggi sono in relazione fra loro
come disposti su una scacchiera governata da una mente superiore che
rispetta le regole del gioco, e quindi muove i pezzi secondo una logica
precisa. La macchina da presa di Kieslowski sottolinea i legami e le
affinità talvolta senza nemmeno far ricorso al montaggio. Il
trionfo del rosso si celebra nella sequenza del bowling: la sala ha
le pareti e le sedie rosse; Valentine, che indossa un golfino rosso,
tira una palla rossa che mantenendosi perfettamente equidistante dalle
due corsie laterali rosse abbatte tutti i birilli. Non c'è il
tempo di compiacersi di questo bel gioco, che la camera inquadra un
bicchiere rotto, che si riferisce a un'altra storia, appartenente a
una persona che Valentine conosce solo di vista, ma che è simile
a quella che il giudice, amico di Valentine, visse molti anni prima.
E' un film di straordinaria continuità emozionale, geniale nella
costruzione complessiva quanto prezioso in ogni dettaglio. Irène
Jacob, già protagonista per Kieslowski de La doppia vita
di Veronica, non può essere definita altrimenti che "luminosa",
come il tocco di Walter Gieseking. Al contrario, Trintignant è
crepuscolare, e ugualmente bravo. Bella la colonna sonora, di cui fa
parte lo stesso brano di Van den Budenmayer (in realtà di Preisner)
utilizzato nel Decalogo 9. E' l'unico film
della Trilogia che contiene entrambi gli altri, nel finale che è
come un ologramma (ove ogni parte di sé contiene tutte le altre
parti). Ed è, purtroppo, anche l'ultimo film di Kieslowski, scomparso
due anni dopo, il quale tuttavia aveva annunciato che non avrebbe più
realizzato altri film.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Film Rosso in francese, ovvero nella lingua originale.
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