DI COSA SI TRATTA: vecchio giornalista eredita in extremis un servizio su un giovane padre di famiglia che sta per essere giustiziato per un omicidio che sostiene di non aver commesso.
COSA MI E' PIACIUTO: se si vuole una testimonianza di quanto il film come thriller funzioni a meraviglia, dirò che anche ad una seconda visione tiene col fiato sospeso fino alla fine. E' talmente ben fatto che il messaggio contro la pena di morte passa senza bisogno di essere elaborato. Il personaggio del giornalista suscita una simpatia irresistibile, nonostante tutti i suoi evidenti difetti e la sua scorrettezza cronica verso i famigliari, i colleghi di lavoro e sé stesso. La scena del commiato del condannato dalla figlioletta è autenticamente straziante: l'idea del pennarello verde è un colpo di classe. Il ritmo del racconto della giornata in cui si svolge tutto il film (con un breve prologo ed un finale) viene contratto e dilatato ad arte, per far percepire tutto il disagio delle ore e dei minuti che sembrano scorrere drammaticamente invano. Sotto la guida sicura di Eastwood, tutti gli attori sono bravissimi. I movimenti di macchina, la scelta delle inquadrature e il ritmo del montaggio sono così ben calibrati da far sembrare tutto naturale come bere un bicchier d'acqua.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': la bambina che interpreta il ruolo della figlia del giornalista, Francesca Eastwood, è realmente la figlia di Clint. Apprendo che si è sposata il 17 novembre 2013 e si è separata il 25. Evidentemente ha ereditato l'irrequietezza dei personaggi interpretati dal padre.
Ho visto Fino a prova contraria in inglese con
i sottotitoli in italiano.
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