DI COSA SI TRATTA: dal capolavoro di John Steinbeck, una famiglia di contadini è costretta a lasciare la propria fattoria e si mette in viaggio dall'Oklahoma alla California in cerca di lavoro e di un posto dove stare.
COSA MI E' PIACIUTO:
è al contempo un potente dramma di denuncia sociale e un emozionante film di viaggio. La potenza del primo aspetto deriva anche dalla freschezza dell'assunto: Steinbeck aveva pubblicato "The Grapes Of Wrath" soltanto l'anno prima, e Ford non ha affatto edulcorato il vigore polemico del romanzo. Senza riprendere la struttura a stili alternati adottata da Steinbeck, Ford riesce comunque a conservarne lo spirito, mantenendo una solida linearità narrativa ma associando ad ogni passo riflessioni importanti sul tema universale degli uomini che fanno soffrire altri uomini in nome del proprio interesse. La recitazione di Fonda è come sempre sobria ma vibrante. Fotografia straordinaria: la scena in cui Tom Joad prepara le sue cose al buio della tenda per andarsene dispiega miracolosamente una grande quantità di dettagli e di sfumature rinunciando alla luce. Ma la sequenza più toccante è per me quella in cui il padre entra nello store per comprare del pane: un tenero elogio della solidarietà fra uomini.
COSA NON MI HA CONVINTO: manca, del romanzo di Steinbeck, proprio il disperato, struggente finale (ignorato per volontà dei produttori). I "discorsi" della mamma di Tom, gli occhi chiari rivolti ad un orizzonte alle nostre spalle, soffrono di un eccesso di retorica, più nel modo di porgerli, invero, che nei contenuti.
Ho visto Furore in inglese con i sottotitoli in italiano.
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