COSA MI E' PIACIUTO:
il lavoro di realizzazione fisica è degno di ogni elogio. Pupazzi
di plastilina con becchi intercambiabili animati un fotogramma per volta...
una follia. Visivamente, il risultato è straordinario, anche
perché l'accuratezza dei dettagli è a prova del più
pignolo degli esami. La sequenza della fuga finale e quella del viaggio
nella macchina infernale per fare i pasticci di pollo sono molto divertenti
e spettacolari a prescindere dalle tecniche di ripresa.
COSA NON MI HA CONVINTO: l'idea di trasporre fra il pollame una storia
di prigionia (vi sono citazioni evidenti di altri film, come Stalag
17) avrebbe dovuto consentire di sfruttare le peculiarità
di un mondo alternativo a quello reale, cosa che riesce così
bene nei film della Pixar, mentre qui ogni accadimento è troppo
legato al modello umano. I dialoghi sono viziati da una ricerca esasperata
della battuta spiritosa a tutti i costi. La musica è assolutamente
insopportabile, un drammatico incrocio fra l'hollywoodianesimo spielberghiano
(il film è prodotto, guarda caso, da Spielberg) e il sinfonismo
inglese tardo-ottocentesco. Insomma, io del gruppo Aardman preferisco
di gran lunga i mediometraggi con Wallace & Gromit: più sobri,
più originali, e soprattutto molto più divertenti.
Ho visto Galline in fuga in inglese con
i sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it