GIOCHI PROIBITI

TITOLO ORIGINALE Jeux interdits
ANNO 1951
PAESE Francia
REGIA René Clément
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Brigitte Fossey, Georges Poujouly, Lucien Hubert, Suzanne Courtal, Laurence Badie, Amédée, Jacques Marin, Pierre Merovée
DURATA - FOTOGRAFIA 83' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD Studio Canal - San Paolo
Giochi proibiti (Jeux interdits) - René Clément

 

 

Giochi proibiti (Jeux interdits) - René Clément
Giochi proibiti (Jeux interdits) - René Clément
Giochi proibiti (Jeux interdits) - René Clément
Giochi proibiti (Jeux interdits) - René Clément

 


Punteggio assegnato al film: ***½
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***

Recensione del 31/1/2008

 

 

Qualità video: più che discreta (il film è stato restaurato in anni recenti)
Qualità audio: discreta
Lingue: Francese Mono
Sottotitoli: italiano, italiano per non udenti
Formato video: 1.33:1  4/3
Extra significativi: due paginette di testo su René Clément

La durata è di 83', non di 89' come erroneamente riportato sulla fascetta.

 


COSA MI E' PIACIUTO: più che alla scrittura (Pierre Bost, sceneggiatore e autore dei dialoghi, aveva scritto nel '45 anche "Monsieur Ladmiral va bientôt mourir" da cui è stato tratto "Un dimanche à la campagne" di Tavernier, uno dei miei film preferiti),
Giochi proibiti deve la sua riuscita, e conseguentemente la sua popolarità, alla perfetta ricreazione di un clima, quello di una piccola comunità contadina (in pratica due famiglie che si detestano) che vive quasi solo di riflesso le tragedie della guerra (siamo nel 1940). Una realtà in cui capita un'orfanella che è il sole che dà l'energia necessaria a tutto il film, grazie soprattutto alla piccola incantevole Brigitte Fossey che si fa carico delle tristi vicende del suo personaggio aderendovi con stupefacente naturalezza. Splendida fotografia, e indimenticabile colonna sonora di Narciso Yepes, che ha scritto o adattato per la sua chitarra un brano diventato anche più celebre dello stesso film.


COSA NON MI HA CONVINTO: il primo quarto d'ora farebbe gridare al capolavoro, se tutte le promesse fossero mantenute. Poi però un'insistenza eccessiva sui temi religiosi, trattati con una certa superficialità nel voler mostrare il punto di vista dei bambini, che è rivolto agli aspetti esteriori della ritualità, e anche un finale troppo sbrigativo e slegato dal resto perché possa colpire davvero nel segno, mi inducono a considerare Giochi proibiti un bel film, emozionante anche, ma non quel capolavoro che avrebbe potuto essere. In un paio di dialoghi il piccolo protagonista sillaba a fior di labbra le battute della bimba, ma forse è colpa mia: cosa mi spinge a osservare, nel corso di un dialogo, chi ascolta invece di chi parla?


CURIOSITA': Leone d'Oro al Festival di Venezia del 1952



Ho visto Giochi proibiti in francese con sottotitoli in italiano.


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Nota sulle immagini