COSA MI E' PIACIUTO:
i lunghi silenzi dipinti sul volto di Takeshi Kitano, che non si rompono
nemmeno quando la sua totale immobilità si trasforma in empito
di subitanea e fantasiosa violenza. Una storia tristissima che s'increspa
nei momenti più impensabili nei guizzi del tipico, inimitabile
e imprevedibile umorismo di Kitano, che è uno degli artisti più
eclettici del cinema mondiale, e qui riesce ad avvalersi in modo suggestivo
di una delle sua abilità, quella di pittore. I disegni e i dipinti
del collega invalido sono infatti suoi. Il poetico e terribile finale
lascia attoniti anche coloro che già conoscono il film. Elementi
forti: il senso di colpa, la solidarietà senza ostentazione,
la vicinanza spirituale (il pittore "sente" tutto ciò
che sta per capitare all'ex-collega che regalandogli il materiale per
dipingere gli ha fatto trovare una ragione per rinunciare alla morte).
Possiamo ammirare la più placida, silenziosa e discreta rapina
in banca della storia dell'umanità. Funzionale la colonna sonora.
Il film si è aggiudicato il Leone d'Oro nel 1997.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Hana-Bi in giapponese con i sottotitoli in italiano.
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