COSA MI E' PIACIUTO:
la polifonia. Non è un caso che uno dei brani musicali ricorrenti
sia il movimento lento di un concerto di Bach, homo poliphonicus per
antonomasia. Ci sono tanti personaggi e sono tutti interessanti ed importanti,
nessuno è trascurato a vantaggio di un altro, e il risultato
è una composizione armonicamente perfetta. Le battute più
divertenti Allen le riserva a sé stesso, e di queste almeno tre
o quattro sono veramente grandi, ma a Michael Caine affida l'espediente
che aveva sperimentato con successo in Io e Annie, solo che
là c'erano i sottotitoli di quello che il personaggio pensava
realmente mentre diceva altre cose, e invece qui c'è la sfasatura
temporale tra i fieri propositi declamati dalla voce fuori campo, e
la messa in pratica delle scelte opposte. Ma il film è coinvolgente
anche nelle scene in cui la commedia pende verso il dramma, grazie non
solo alla ricchissima sceneggiatura, ma anche a una delle regìe
più creative della carriera del nostro. La ricchezza della sceneggiatura,
dicevo: l'esigenza di rendere stabile e funzionale tutto l'edificio
non sacrifica nulla della fruizione di ogni singola sua parte. E a proposito
di edifici, bellissima la sequenza in cui girano per la città
a caccia di case interessanti. Riprenderà l'idea Nanni Moretti
in Caro diario. Tutti bravi gli attori:
Caine e la Wiest vinsero l'Oscar, così come Allen per la miglior
sceneggiatura originale. Ho un debole per questo film.
COSA NON MI HA CONVINTO: niente.
Ho visto Hannah e le sue sorelle in inglese
con i sottotitoli in italiano.
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