COSA MI E' PIACIUTO:
è un film totale: amore e guerra, conflitti fra caste, la tradizione
contadina contrapposta a quella dei samurai, l'insolita unione di queste
due forze contro una minaccia esterna, la solidarietà e la diffidenza,
l'ammirazione e il disprezzo, il dramma e la farsa, e tutto ciò
che un film che dura oltre tre ore e non si riposa mai può offrire
quando a scriverlo e a girarlo è uno dei più grandi maestri
della storia del cinema. I momenti più estremi, ovvero quelli
più drammatici e quelli più spassosi, passano attraverso
Toshiro Mifune, ma tutti i personaggi, i samurai e i contadini, sono
splendidamente caratterizzati, tanto che anche gli europei non corrono
il rischio di confonderli. Figurativamente I sette samurai è
tutto una meraviglia, ma fra i momenti più incantevoli ricorderei
i ritratti dei contadini nel prologo, la donna sorpresa nella casa incendiata,
il samurai (Mifune) che tiene in braccio il neonato salvato dal mulino
in fiamme, tutto il finale, gli incontri amorosi nel bosco tra il samurai
più giovane e la contadina. Scene di combattimento travolgenti
come nella migliore tradizione di Kurosawa.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto I sette samurai in giapponese
con i sottotitoli in italiano per non udenti.
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