DI COSA SI TRATTA: la madre se ne va con l'amante, il padre, soffocando il senso di umiliazione, tenta di ricucire, e il bimbo soffre.
COSA MI E' PIACIUTO: è il primo film "d'autore" di Vittorio De Sica, e anche il primo in cui la collaborazione con Cesare Zavattini diventa ufficiale. Il neorealismo parte da qui, ancora più che da Ossessione di Visconti, perché si stacca decisamente dai canoni del melodramma tradizionale sfidando i dettami occulti dell'ormai morente regime fascista soprattutto con il sorprendente finale: lo stupore della madre è anche il nostro (nel cuore della notte, non avendo mai visto prima il film, mi è scappato un "apperò"). Le tracce del genio si vedono anche in certe scene che anticipano il Tarkovsky de L'infanzia di Ivan (nelle sequenze oniriche soprattutto), il Truffaut dei 400 colpi (la fuga di Pricò e la sua corsa sulla spiaggia al tramonto), o il Kubrick delle inquadrature dal pavimento verso l'alto. Il titolo fu un'esca per la censura, dal momento che il bambino è una vittima dell'insensibilità degli adulti, non un osservatore, ma la descrizione dello sfacelo di una famiglia doveva essere proposta con un minimo di prudenza. Fu girato anche un finale alternativo, di segno opposto, che per fortuna non fu necessario utilizzare. La storia del cinema, non solo italiano, è gremita di finali imposti dalle produzioni o, peggio, da ministri e vescovi.
COSA NON MI HA CONVINTO: Rimoldi, l'attore che interpreta la figura dell'amante, ha il physique du rôle ma non l'arte necessaria a renderlo credibile. Ma tutta la compagnia degli attori scalda i motori alla distanza.
CURIOSITA': Ernesto Calindri interpreta inizialmente il ruolo del corteggiatore con i baffetti, ma poi scompare, sostituito da un altro attore.
Ho visto I bambini ci guardano in italiano.
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