DI COSA SI TRATTA: nel Texas di inizio 900 un giovane ricercato per omicidio, la sua sorellina e la sua amante si mettono in viaggio alla ricerca di un lavoro. Lo trovano in una grande fattoria, il cui padrone si innamora della ragazza.
COSA MI E' PIACIUTO: anzitutto è un film bellissimo da guardare e da ascoltare, quasi un'opera pittorica in movimento costante ed imprevedibile, corredata dalla colonna sonora di Ennio Morricone, il quale parte dalla musica dei titoli di testa, l'Acquario del Carnevale degli Animali di Saint-Saëns, per elaborare un affresco sinfonico alla Saint-Saëns, appunto, che tiene conto degli spazi interminati della campagna Texana. Essendo la vicenda narrata con le parole e attraverso lo sguardo della ragazzina, che non può coglierne compiutamente l'essenza passionale e tragica, per noi è come osservare la vita di un acquario, che si può ammirare ma non condividere. L'accostamento regolare tra le vicende umane e il pulsare della natura attraverso le stagioni ricorda un po' "Furore", capolavoro di John Steinbeck. Un procedimento che John Ford tralasciò intenzionalmente nella trasposizione cinematografica, e che Malick qui sembra quasi ripristinare nel raccontare una storia che ha molti punti di contatto con quella.
COSA NON MI HA CONVINTO: tale impostazione stilistica può anche risultare un limite, perché rischia di determinare il raffreddamento sistematico delle emozioni. Soprattutto nel finale, intenzionalmente leggero e sviante, ma in definitiva fragile.
Ho visto I giorni del cielo in inglese con sottotitoli
in italiano.
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