COSA MI E' PIACIUTO:
raro caso di un film il cui titolo fa riferimento alla propria struttura,
che è a sua volta simbolica. Ogni donna, nell'uscire di scena,
passa inconsapevolmente il testimone alla successiva, ma tutte loro
vengono dallo stesso luogo, il carcere, e sono destinate a tornarci,
per il solo motivo di essere donne in una società che le discrimina.
L'intero racconto si svolge apparentemente nell'arco di una giornata,
e ciò rimarca la normalità degli accadimenti, una normalità
che aumenta il disagio e l'angoscia. Il senso di pena passa da una donna
all'altra senza sostanziali variazioni, e quindi alla fine sembra di
aver vissuto un'unica storia dolorosa. Notevoli alcune trasandatezze
intenzionali, come la scena nella biglietteria con gli avventori che
impallano la macchina da presa acuendo la percezione del senso di clandestinità
nel quale vivono queste donne. In altri momenti possiamo ammirare scampoli
di pregevole fotografia. Niente musica, parlano i suoni della vita quotidiana.
Leone d'Oro a Venezia.
COSA NON MI HA CONVINTO: è incomprensibile la scelta di pubblicare
un film senza l'audio originale. Forse alle grandi masse di questo film
non importa nulla, e la maggioranza dei videospettatori probabilmente
si accontenta delle versioni doppiate dei film. Ma allora, perché
pubblicarlo?
Ho visto Il cerchio in italiano.
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