COSA MI E' PIACIUTO:
Bogart e la Bacall sono carini, simpatici, hanno una bella voce e recitano
bene. La regia è esente da pecche (un paio di piccole magagne
di montaggio, nei primi minuti, ma niente di serio). Bella fotografia.
In ben due occasioni un colpo di rivoltella è arrivato così
inaspettato da farmi sobbalzare: può sembrare una sciocchezza,
anzi forse lo è, ma per un film di 58 anni fa credo sia un pregio.
COSA NON MI HA CONVINTO: io detesto le trame complicate, e qui per ben
due volte ho dovuto fermare il lettore per cercare di riprendere il
controllo dell'intreccio. I dialoghi sono invariabilmente forzatissimi.
Non sapevo che nella sceneggiatura ci fosse la mano di William Faulkner,
l'ho letto dopo aver visto il film, ma non me ne sono stupito affatto.
Infatti non ho mai sopportato la prosa di Faulkner, che trovo insincera
e artificiosa. C'è la continua ricerca della battuta spiritosa
a tutti i costi, e nei rari momenti (un paio) in cui normalmente mi
sarei concesso una risata, ci sono arrivato talmente estenuato da rinunciarvi.
Gli attori, come ho già detto, sono bravi, ma i personaggi che
interpretano sono di cartone, e la storia è quanto di più
inverosimile si possa immaginare. Le musiche sono molto convenzionali
e del tutto superflue.
Ho visto Il grande sonno in inglese con
i sottotitoli in italiano.
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