DI COSA SI TRATTA: Lorna, giovane immigrata albanese in Belgio, viene pilotata da un malavitoso italiano da un matrimonio in bianco all'altro, a scopo di guadagno.
COSA MI E' PIACIUTO:
dimostrazione fulgida di come attaccando il carro (soldi) davanti ai buoi (umani sentimenti) si finisce in un fosso. V'è altresì la denuncia dell'assurda legislazione vigente in molti Paesi che consente a chi sposa un cittadino locale di ottenere immediatamente la cittadinanza, senza alcuna attenzione all'effettiva integrazione. La kossovara Arta Dobroshi è una splendida scoperta. Le girano attorno i fedelissimi dei Dardenne. Mentre di solito nei film dei fratelli belgi l'unica musica presente è quella che proviene dalla scena, qui a suggellare la storia, grazie a un colpo di genio, interviene l'Arietta dell'op. 111 di Beethoven (nella poeticissima ancorché sobria interpretazione di Alfred Brendel) quale ninna nanna per um bimbo che non esiste se non nella mente di Lorna, per un emozionante finale aperto alla speranza.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Il matrimonio di Lorna in francese con i sottotitoli in italiano, necessari quanto meno in occasione dei dialoghi in albanese.