DI COSA SI TRATTA: terminati gli studi, Apu cerca un lavoro ma, accompagnando un amico al matrimonio di una cugina, finisce invece per trovare una moglie, perché il promesso sposo designato impazzisce e Apu ne prende il posto.
COSA MI E' PIACIUTO:
Il mondo di Apu chiude degnamente la Trilogia di Apu, che è una trilogia del dolore e un'elegia della dignità. Il terzo film ritrova l'asciuttezza del primo, rinunciando ai pur deliziosi orpelli del secondo episodio, e affidando alla musica i pochi momenti di stasi. Ancora una volta l'autore della colonna sonora è Ravi Shankar, ma va ricordato che al di fuori di questa trilogia e di Jalshagar, le musiche degli altri film di Ray furono scritte dal regista medesimo. Qui, comunque, l'accompagnamento musicale è un punto di forza decisivo, per il valore intrinseco e per la coesione con la materia narrativa. Ci sono momenti di pura invenzione figurativa, anche astratta (il cielo di un bianco abbacinante, appena segnato, ad un tratto, dal vapore di una locomotiva, che rappresenta il dolore lancinante di Apu per l'ennesima tragedia che ha straziato la sua vita), e sorprendenti ossimori emozionali (il messaggero di sventura che viene colpito da Apu con un pugno in pieno volto, quando cioè l'espressione del dolore si tinge di comicità). Le domande che sgorgano generose dall'osservazione di questa storia si riflettono inevitabilmente in ciascuno di noi. E' bene lasciare queste, e le correlate eventuali risposte, ai fortunati spettatori di questo capolavoro.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': l'attrice protagonista aveva solo 13 anni. L'attore protagonista, nella scena in cui, con la barba, si avvicina al figlioletto dormiente, sembra la controfigura di Sergio Castellitto.
Ho visto Il mondo di Apu nella versione
originale con i sottotitoli in spagnolo.
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