COSA MI E' PIACIUTO:
bravissimi tutti gli attori, dal protagonista all'ultima delle comparse,
e questo, oltre che a loro, è un complimento a Polanski; la realizzazione
scenografica e tecnica, soprattutto nelle sequenze più movimentate,
è eccezionale; è difficile oggi restare ancora a bocca
aperta per l'improvviso schiudersi di uno scenario, ma per esempio quando
il protagonista scavalca quel muro e si ritrova, anziché nella
Varsavia che conosceva, in quel deserto di macerie illividito dal cielo
gonfio di nubi, credo condivida con ogni spettatore il suo immenso,
attonito stupore. Quando il racconto diventa puramente soggettivo, la
rappresentazione delle sensazioni di Szpilman (la paura di essere scoperto,
la fame, lo stordimento per il fragore delle esplosioni, il cuore in
tumulto davanti alla tastiera di un pianoforte) è straordinariamente
efficace. La parte musicale è curatissima.
COSA NON MI HA CONVINTO: la sceneggiatura, in tutta la prima parte,
mi pare risenta dell'esigenza di inserire nel racconto i numerosi, terribili
episodi in parte narrati nel libro
di Szpilman, in parte vissuti e rievocati da Polanski, sicché
il racconto sembra procedere un po' per elencazione. I dialoghi sono
abbastanza legnosi, in alcuni passaggi sembrano più adatti a
un documentario, e man mano che nel film le immagini prendono il sopravvento
sulle parole, il tutto prende decisamente quota. Devo aggiungere che
sentire dei polacchi a Varsavia che parlano in inglese fa una strana
impressione (mentre i tedeschi si esprimono in tedesco), ma d'altro
canto affidarsi al doppiaggio italiano sarebbe come applicare una pezza
viola a una stoffa di uno strano, inatteso colore, diciamo ocra.
CURIOSITA': in un ruolo molto secondario, il cliente
del locale che fa tintinnare le monete sul tavolo, compare Zbigniew
Zamachowski, il protagonista di Film Bianco di Kieslowski.
Ho visto Il pianista in inglese con i
sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it
Roman Polanski su Amazon.it