DI COSA SI TRATTA: un disertore (Gabin) capita a Le Havre dove fa la conoscenza di una ragazza (Morgan). Purtroppo le girano attorno dei ben loschi figuri.
COSA MI E' PIACIUTO: primo grande film del sodalizio Carné-Prévert-Gabin, che inaugura il filone del cosiddetto "realismo poetico". Anche se qui la poesia avvolge e trascende il realismo, grazie all'ambientazione e ai dialoghi in bilico fra cinema e teatro, nonché alla magica fotografia di Eugen Schüfftan e alle robuste musiche di Maurice Jaubert. Carné ricorre in più occasioni alla tecnica dell'anticipazione: l'inquadratura quasi distratta di un dettaglio sul momento insignificante che anticipa, appunto, un evento successivo. Gabin è magnifico nel suo solito personaggio di anti-eroe un po' orso, anzi molto, ma in fondo generoso e di buoni sentimenti, la Morgan illumina la scena con i suoi occhi chiarissimi ed espressivi. In fondo, ciò che conta nel film è la storia d'amore fra loro due, che ha un preludio molto spiccio (Gabin torna a mettere qualcosa sotto i denti dopo giorni di digiuno ma notando la ragazza le dichiara senza preamboli il suo gradimento) e un epilogo vorticoso. Brasseur e Simon disgustosi al punto giusto (i loro personaggi, s'intende).
COSA NON MI HA CONVINTO: una lieve pecca di natura tecnica: ci sono tre sequenze accelerate in maniera grottesca. Soprattutto quella in cui Nelly prende il tram al volo.
CURIOSITA': Nelly dichiara di avere 17 anni, mentre la Morgan sembrava più matura (non sciupata, tutt'altro). Invece ne aveva davvero 17-18.
Ho visto Il porto delle nebbie in francese con
i sottotitoli in inglese.
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