COSA MI E' PIACIUTO:
ogni volta che mi accingo a rivedere quello che io definisco IL FILM,
sono un po' turbato. Non succederà mai, ma mi preoccupa l'idea
che possa non emozionarmi totalmente come è sempre avvenuto in
passato, e ciò potrebbe avvenire soltanto perché nel frattempo
IO ho perso qualcosa per strada. Qualora ce ne fosse bisogno, e io ne
dubito perché Il posto delle fragole è un film
complesso ma limpidissimo, una semplice ed efficace chiave di lettura,
soprattutto del finale, ce la offre il Prof. Cancrini nell'intervista
contenuta in questa edizione: al termine del viaggio nella propria memoria
individuale, il professor Borg si riappropria del suo passato, e apprezzando
l'unicità della sua esistenza, perché ogni individuo è
unico, ritrova la serenità smarrita. Possiamo leggere lo stesso
messaggio, anche se in forma un po' più didascalica, ne La
vita è meravigliosa di Capra. Ma considerandolo nel
suo complesso, il film che si avvicina di più al capolavoro di
Bergman è Una domenica
in campagna, di Tavernier, altro fulgente ritratto di un uomo
che tira le somme della sua vita e si prepara a percorrere il rettilineo
finale continuando a guardare, incoraggiato dalla presenza di chi gli
sta accanto, diritto davanti a sé. La sincerità delle
confessioni oniriche trova un eco sferzante nei dialoghi della realtà:
in tutto il film ogni personaggio dice interamente quello che pensa.
Nonostante l'estrema serietà dei temi trattati, c'è spazio
anche per alcuni momenti di meraviglioso umorismo: su tutte, la sequenza
del litigio - fino ai cazzotti - dei due giovani sull'esistenza di Dio,
con la ragazza che accoglie in macchina i contendenti chiedendo loro:
"Allora, esiste o no?". Il posto delle fragole è,
sotto ogni aspetto tecnico e artistico (Ingrid Thulin!), un film perfetto,
ma il motivo per cui io lo definisco IL FILM è che parla di ciascuno
di noi come se fossimo noi stessi a parlarcene. Semplificando: è
il nostro film.
COSA NON MI HA CONVINTO: sezione chiusa per ferie.
CURIOSITA': in un ruolo secondario, fa capolino
Max von Sidow. Victor Sjöström era un famoso regista (il suo
capolavoro: Il vento, del 1928); morì tre anni dopo aver interpretato
questo film.
Ho visto Il posto delle fragole in svedese
con i sottotitoli in italiano.
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