COSA MI E' PIACIUTO:
mi riesce difficile trovare qualche cosa da dire su questo film che
già non sia stata illustrata da Ian Christie nel suo ottimo commento
contenuto nel dvd. Il fatto che Christie sia uno storico, mi suggerisce
peraltro quale possa essere il pregio più evidente de Il
servo:
la sua importanza nella storia del cinema inglese, che con quest'opera
volta decisamente pagina, e lo fa grazie a un regista americano,
fuggito dagli States in epoca maccartista. E' la risposta britannica
al nascente cinema "d'autore" che stava emergendo soprattutto in
Francia e in Italia, e la sua rilevanza artistica è perseguita attraverso
ogni componente: la scrittura (del commediografo Harold Pinter da
un libro di Robin Maugham), la regia estrosa, la fotografia in bianco
e nero così geometrica e ricca di suggestioni, la poliedrica espressività
di Dirk Bogarde, la musica che calza come un guanto la trasformazione
di una realtà semplice e concreta in un incubo in cui tutti i punti
di riferimento si sciolgono: nella fantasmagorica scena finale un
giradischi diffonde le note di una canzone d'impronta jazzistica
ma decisamente atonale, creando un parallelo fra l'affresco visivo
che si dissolve e la tonalità che si leva di mezzo lasciandoci totalmente
spaesati.
COSA NON MI HA CONVINTO: ho creato un rapporto con il meccanismo
che regola il film, non con i personaggi. Le sorti del giovin signore
ozioso e dissoluto, del maggiordomo che risucchia il potere detenuto
dal suo padrone, delle due donne usate come pedine, e quindi umanamente
marginali, mi lasciano totalmente indifferente. Il meccanismo lo apprezzo,
arrivo ad ammirarlo per l'ingegnosità con cui è messo in funzione, ma
tale apprezzamento avrebbe maggior valore per un'opera letteraria: ad
un film, personalmente, chiedo di più. Nella pur notevole sequenza finale,
il gioco della ricombinazione delle carte sul tavolo è condotto ai limiti,
forse anche oltre, dell'arbitrario. Come pure il processo di ribaltamento
dei ruoli fra il padrone e il suo servo ha dei passaggi non proprio giustificabili
sul piano della continuità. Dirk Bogarde è talmente più bravo di tutti
che in certi momenti ci si sorprende a guardare solamente lui, e più
per ammirarlo come attore che non per interesse verso le sorti del suo
personaggio.
Ho visto Il servo in inglese con i sottotitoli, obbligatori,
in italiano.
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