COSA MI E' PIACIUTO:
gli eccessi spettacolari di questo film sono in larga parte perdonabili,
perché poggiano su basi insolite. Quindi sono le basi ad essere
insolite, non i dettagli, e infatti questo thriller innegabilmente inquietante
non ha parenti, ovvero nessun film che gli somigli fra quelli fatti
prima del '90, ma solo pallidi tentativi di imitazione. Due primattori
notevoli, una scrittura senza cedimenti, una regia semplice ma creativa,
una sequenza da antologia universale del thriller (è evidente
a cosa mi riferisco) e la tensione è servita. Lasciate perdere
il doppiaggio, la pronuncia similbolognese della Foster è uno
spettacolo a parte (non sono ironico, è una caratteristica troppo
forte per essere elusa, ed è comunque legata al personaggio).
COSA NON MI HA CONVINTO: il finale aperto in un thriller dà la
sgradevole sensazione di promettere un sequel...
Ho visto Il silenzio degli innocenti in
lingua originale con i sottotitoli in italiano.
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