COSA MI E' PIACIUTO:
è la più coinvolgente narrazione cinematografica della
vita di Cristo, al tempo stesso profondamente spirituale e vivamente
concreta, pur senza ricorrere mai a eccessi granguignoleschi alla cui
tentazione altri non hanno saputo resistere: nella crocifissione non
si vede una goccia di sangue, e la decapitazione del Battista è
descritta per allusioni. Pasolini ottiene il massimo risultato dalla
sua tecnica della galleria di ritratti ottenuti con le lunghe focali,
qui incastonati nel bellissimo paesaggio lucano (diverse scene sono
girate a Matera). Rimarchevole la coesione dei movimenti di macchina
col moto della folla, e suggestiva la ripresa del processo da lontano,
alle spalle degli astanti, come anche le riprese crepuscolari nell'orto
dei Getzemani. Da ricordare anche la danza di Salomé (la giovanissima
e già splendida Paola Tedesco) e il dolore di Maria ai piedi
della croce. Notevole, ed emozionante, infine, l'uso delle musiche (Bach,
in particolare la Passione secondo Matteo, Prokofiev, Mozart, l'africana
Missa Luba, alcuni spirituals, e una melodia
greca).
COSA NON MI HA CONVINTO: qualche ruvidezza tecnica, su cui, come spesso
accadeva, Pasolini ha mostrato una certa autoindulgenza. Troppa differenza
d'età fra la giovinetta che interpreta Maria visitata dallo Spirito
Santo e Susanna Pasolini, madre di Pier Paolo, che ne prende successivamente
il posto.
Ho visto Il Vangelo secondo Matteo nella
versione originale italiana senza sottotitoli.
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