DI COSA SI TRATTA: Irlanda 1920. La lotta per l'indipendenza vista attraverso la vicenda di un giovane medico che rinuncia alla carriera per combattere in favore della libertà del suo popolo. Il trattato con gli inglesi e la divisione fra chi lo ha accettato e chi decide di continuare a combattere.
COSA MI E' PIACIUTO:
un film vibrante in ogni sua singola parte, appassionato, utile, impegnato ma non pedante, dalla parte degli uomini liberi e contro chi impone e accetta la servitù (la propria ma soprattutto quella degli altri, che non costa nulla). Il primo principio è che chiunque ha il diritto di vivere in casa propria secondo le leggi della sua gente (il film comincia con una partita di hurling, durante la quale si combatte strenuamente ma si rispettano le regole). La seconda idea, meno ovvia, che viene espressa da Damien nella lettera di commiato alla sua sposa, è che è facile individuare il nemico, ma è difficile capire per cosa si combatte. Il fratello Teddy non esita a prendere accordi con un usuraio per poter acquistare armi in vista del fine ultimo (combattere l'invasore britannico), ma in questo modo calpesta le regole che la sua gente si è appena data e finirà per fare il gioco del nemico. Il racconto si fa a tratti anche molto crudo, ma Loach non si diverte a farci soffrire, e preavvisa lo spettatore quando sta per mostrarci qualcosa per cui forse è il caso di volgere altrove lo sguardo. La sua regia peraltro non è affatto esibizionistica, e anche da ciò scaturisce l'emozione per una storia narrata con sincera partecipazione. Bravi gli attori, belli i canti della tradizione irlandese, connessi fra loro da un'ottima colonna originale. Ambientazione impeccabile. Palma d'Oro a Cannes nel 2006, quando battè in extremis e un po' a sorpresa Volver di Almodóvar, considerato strafavorito fino all'ultimo giorno.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Il vento che accarezza l'erba in inglese con sottotitoli in italiano.
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