DI COSA SI TRATTA: in un paesino delle valli occitane del cuneese capita un francese, ex insegnante e ora pastore di capre, che cerca una casa per trasferirsi con la famiglia e le capre.
COSA MI E' PIACIUTO: il tema è inconsueto ma estremamente interessante, e cerca di dare una risposta alla mia frequente domanda di cicloturista: c'è vita in tutti quei paesini abbarbicati in posizioni allucinanti di cui l'Italia è così ricca? E che vita? Nel film di Diritti il tema dell'accettazione del forestiero è complicato dal fatto che la comunità della Val Maira qui descritta è depositaria di una tradizione culturale antica, rafforzata dal mantenimento della propria lingua storica, l'occitano, ovvero la langue d'oc (oc significa sì). Ma paradossalmente è proprio l'ospite che viene alla fine rifiutato perché è lui a voler tener viva la tradizione, mentre la comunità locale sembra aver a cuore solo gli aspetti deteriori della tipica società montana, cioè la chiusura verso il prossimo e la difesa esasperata della proprietà. Il film ha anche il merito di aver fatto conoscere una regione molto bella in cui la natura è ancora sostanzialmente incontaminata.
COSA NON MI HA CONVINTO: ricorrere ad attori non professionisti comporta dei rischi, e non tutto è andato nel modo migliore (per esempio la scena della riunione per decidere se accogliere o meno la famiglia francese nella comunità è decisamente mal riuscita), ma capisco che insegnare le battute in occitano a uno stuolo di attori di professione sarebbe stato anche peggio. Il tema musicale portante è un po' banale.
Ho visto Il vento fa il suo giro in lingua originale (italiano, occitano e francese) con i sottotitoli in italiano.
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