COSA MI E' PIACIUTO:
alcuni dei 20 episodi che compongono "I mostri" sono ascesi
all'Olimpo della grande commedia all'italiana, in particolare quello
conclusivo, "La nobile arte", con gli indimenticabili Altidori,
anziano pugile suonato ("I cazzotti fanno male"), e Guarnacci,
il suo manager altrettanto stordito ("Ma perché hai abbandonato,
io, io divento matto"). Ma anche "Testimone volontario",
col nasuto Fioravanti (Tognazzi) demolito dall'esuberante avvocato con
l'accento emiliano interpretato da Gassman ("Me lo setacci un po',
quel Fioravanti lì..."), oppure "L'oppio dei popoli",
o "Come un padre" (con un giovanissimo Lando Buzzanca). Tognazzi
e Gassman offrono il meglio delle loro qualità di trasformisti
al servizio di una sceneggiatura di grande livello. E non a caso: ne
sono autori Age, Scarpelli, Maccari, Scola, Petri e lo stesso Risi.
Un film che diverte con l'intelligenza di una satira magari a volte
non approfondita, ma giammai sfocata. La critica ha sempre un po' snobbato
"I mostri", secondo me soprattutto a causa della sua struttura
a episodi. E' un po' la stessa sorte che in letteratura tocca alle raccolte
di racconti al cospetto dei romanzi.
COSA NON MI HA CONVINTO: c'è probabilmente un episodio non all'altezza
degli altri, il breve "Amanti latini". La sincronizzazione
del doppiaggio è in alcuni casi approssimativa, anche perché
spesso i dialoghi suggeriti dai labiali sono completamente diversi da
quelli registrati in studio.
CURIOSITA': il figlioletto del personaggio interpretato
da Tognazzi nel primo episodio è in realtà proprio un
figlio di Ugo, Ricky.
Ho visto I mostri in italiano.
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