DI COSA SI TRATTA: è la storia di una singolare rapina in banca a Manhattan, e del duello fra il capo banda (C. Owen) e un ispettore di polizia (D. Washington), ambedue piuttosto svegli.
COSA MI E' PIACIUTO:
l'originalità del soggetto. Sì, è una rapina in una banca, ma è la più strana rapina che si sia mai vista, e fino alla fine non si capisce del tutto cosa diavolo abbia congegnato il capo del quartetto di rapinatori, e in che modo terrà fede ai suoi propositi. Come annunciato da lui all'inizio, il soggetto del film è proprio il "come". Ingegnosa la serie di svolte degli ultimi minuti, condotta con ritmo incalzante. Molto bravo Denzel Washington.
COSA NON MI HA CONVINTO: il rapinatore prende tempo, il narratore prende tempo... e il film non finisce più. L'accelerazione finale arriva tardi. La regia e la fotografia sono monocordi: c'è molto mestiere, ma mancano i guizzi. I dialoghi sono non di rado artificiosi, e la mediocre traduzione italiana peggiora le cose. E' un film fatto molto bene, ma la sua unicità risiede solo nel soggetto. La Foster tende a rifare lo stesso personaggio de Il silenzio degli innocenti, anche se in versione cinica. La musica è poco interessante quando va bene. Non mi pare, anche soppesando il resto del suo cinema, che Spike Lee abbia dei gusti musicali molto raffinati. La carta del tema di fondo (che non voglio svelare a tutela di chi non avesse già visto il film) è già stata giocata tantissime volte, nel cinema e in letteratura.
Ho visto Inside Man in inglese
con sottotitoli in italiano (trascrizione del doppiaggio?).
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