COSA MI E' PIACIUTO:
mi permetto di prendere in prestito il giudizio di un musicista di genio
come Paolo Conte. In una recente intervista televisiva, ha ricordato
che nel '55 si recò al cinema per vedere un film di un regista
sconosciuto, Il bacio dell'assassino, di un certo Kubrick,
e ne rimase grandemente impressionato. "Forse qualcosa di cinema
capivo, evidentemente". Tornando a me, quando ho visto il film
per quella che io pensavo fosse la prima volta, sono rimasto fulminato
dalla reminiscenza di due scene: quella della ballerina e quella dei
manichini. Dovevo aver già visto il film quand'ero molto piccolo,
sicuramente non ci avevo capito nulla, ma quelle due sequenze mi avevano
colpito. Rivedendole e valutandole oggi, confermo che non possono non
colpire. I suoni di questo film: il commento musicale è fino
a dieci minuti dalla fine abbastanza convenzionale, quantunque di solida
fattura, ma è mirabilmente combinato con la musica e i rumori
che provengono dalla scena. Poi, alla fine, rimangono solo le percussioni
ad accompagnare il protagonista nella sua corsa sui tetti. La transizione
dalla scena dei manichini al finale in stazione, avviene con un urlo
che si trasforma nel fischio di una locomotiva. Che poi, a pensarci
bene, il processo è circolare, perché nella prima sequenza,
che nella cronologia del racconto coincide con l'ultima, i rumori della
stazione sembrano prodotti da un ensemble di percussionisti. Le immagini:
questa è l'opera di un venticinquenne fotografo di talento che
rende ogni inquadratura interessante sia figurativamente che per il
suo contenuto narrativo. Ciò che conta meno qui è l'originalità
della storia, e in fondo anche i dialoghi, pur essendo ben scritti,
non hanno nulla di memorabile, ma considerare un film così da
questo punto di vista è come ripudiare il teatro di Mozart perché
non ci entusiasma il libretto. "Allora, l'opera, ieri sera?"
"Ah, cospetto!". Bellissime le riprese pugilistiche.
COSA NON MI HA CONVINTO: per essere un lungometraggio, è un po'
ai limiti inferiori della durata canonica. Della convenzionalità
della storia ho già detto, aggiungerò soltanto che la
recitazione della ragazza, Irene Kane, è un po' monocorde (a
parte il fatto che corre come una lunghista che sta facendo il riscaldamento
pre-salto, ammesso che per un'attrice ciò possa costituire un
limite rilevante). Chissà perché nei film quando ci sono
combattimenti con armi da taglio chi le impugna le fa roteare all'indirizzo
del nemico palesemente troppo in alto. Forse perché altrimenti
finirebbe tutto troppo presto?
Ho visto Il bacio dell'assassino in
inglese con sottotitoli in italiano.
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