DI COSA SI TRATTA: gli ultimi giorni di Hitler e del nazismo nel bunker sotto Berlino.
COSA MI E' PIACIUTO:
il rigore della ricostruzione storica, basata su documenti e testimonianze di chi c'era, fra cui Traudl Junge, la giovane monacense che fu segretaria del Führer nel bunker dov'egli visse i suoi ultimi giorni. Il materiale utilizzato e il modo in cui viene combinato ne fa un film non artistico, anzi quasi anti-artistico, dal momento che gli autori non cercano l'invenzione poetica, ma piuttosto l'adattamento di tutto ciò che si sa alla narrazione di una storia che possa essere vissuta come contemporanea. Bruno Ganz è il collante ideale per questa costruzione, perché non stilizza Hitler, ma è Hitler. La considerazione "ma guarda com'è bravo Bruno Ganz" dura una decina di minuti, dopo quello diventa Hitler, punto e basta. Non mi ha sorpreso la confessione del regista, nell'intervista contenuta nel dvd, di aver avuto le mie medesime sensazioni riguardo all'entità Ganz-Hitler quando vide il film seduto al fianco dell'attore zurighese (Ganz non è tedesco, ma è nato a Zurigo da padre elvetico e mamma italiana). La rumena naturalizzata tedesca Alexandra Maria Lara è adattissima al ruolo di giovane graziosa e ingenua coinvolta umanamente ma non ideologicamente. Sebbene il nucleo della vicenda si svolga nel bunker, dove c'è poco da inventarsi dal punto di vista figurativo, c'è spazio per una convincente rappresentazione della Berlino straziata dagli ultimi terribili giorni di guerra, anche per rimarcare quanto il precocemente vecchio e malato Hitler (aveva appena compiuto 56 anni) fosse isolato dalla realtà, col corpo e con la mente. Le due sequenze a mio avviso più impressionanti: le scene di morte per le strade della città con il contrappunto dell'ultima lettera di Eva Braun e delle note del lamento di Didone (in una versione per archi) da Dido and Aeneas di Purcell (che è peccato mortale non conoscere), la moglie di Goebbels che avvelena uno per uno i suoi sei figlioletti, dopo averli narcotizzati, perché non sopportava l'idea di un futuro per loro senza nazionalsocialismo.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': se il film vi è piaciuto, andate a leggere com'è stato accolto all'epoca dalla critica italiana, e ditemi se non sembra anche a voi che certe volte, soprattutto quando si tratta di film che si occupano della storia recente, i nostri critici si sbircino il compito a vicenda.
Ho visto La caduta con l'audio
originale e i sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it