COSA MI E' PIACIUTO:
il film esemplare del neorealismo italiano, il più perfetto.
W. Allen ha sempre affermato di ritenerlo il capolavoro assoluto della
storia del cinema. "Sì, ho fatto molti buoni film, molti
dei quali hanno avuto successo, ma non ho mai fatto e non farò
mai un film come Ladri di biciclette". Parte della sua
riuscita è dovuta al fatto che i volti degli attori non sono
noti, e non ci si distrae con le classiche domande del tipo "questo
non è quello che ha fatto..." o "quella l'ho già
vista in...". La sceneggiatura, scritta a più mani, restituisce
completamente il senso di disperazione di chi avendo poco si vede sottrarre
anche quel poco, di chi non appena intravvisto un raggio di luce (un
lavoro dopo anni di disoccupazione) ripiomba nell'oscurità e
non sa dove sbattere la testa, con la responsabilità di una famiglia.
Il peso dell'ingiustizia, l'ostilità della moltitudine, la vergogna
per aver fatto ricorso a un atto illecito, anche se reso inevitabile
dalle circostanze, e per esser stato scoperto e umiliato al cospetto
del figlio, dipingono il finale tragico che tutti conosciamo. Una scena
che è anche rappresentazione ideale della solitudine tra la folla.
Altre scene dolorose: la trattoria, l'incursione a casa del ladro. La
precisione assoluta dei dialoghi si annida perfino nel chiacchiericcio
di sottofondo della gente per strada. L'insuccesso iniziale e l'ostilità
di chi nella descrizione dei difficili anni dell'immediato dopoguerra
vedeva l'onta dell'esposizione dei panni sporchi in pubblico non sono
leggende volte a beatificare il capolavoro, come altre volte è
accaduto. Con Ladri di biciclette De Sica ottenne il suo secondo
Oscar, dopo quello assegnatogli per Sciuscià.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': Sergio Leone ha una particina nelle
vesti di un giovane seminarista tedesco.
Ho visto Ladri di biciclette in italiano
senza sottotitoli.
Questo film su Amazon.it
Vittorio De Sica su Amazon.it