COSA MI E' PIACIUTO:
una magnifica sceneggiatura (Scola, Maccari e Scarpelli), fatta di dialoghi
che dicono tutto senza dover spiegare nulla. Spesso l'ultima frase di
una scena ne è la poetica, ideale didascalia. Un foltissimo gruppo
di attori tutti eccezionalmente bravi (nella scheda qui sopra ne ho
citati ben 19 senza includere i bambini). La regia di Scola semplice
e discreta sempre perfettamente a tempo. La splendida casa che è
l'unico teatro di tutto il film. L'idea di alternare più attori
nello stesso ruolo, con alcune curiose particolarità, come Massimo
Dapporto che cede il ruolo al padre ma gli offre la voce, o come la
Sandrelli che subentra alla giovane Cecilia Dazzi un po' alla volta,
prestandole da subito la voce inconfondibile, poi gli occhi, visti allo
specchio, e infine completamente. Si ride abbastanza spesso (la sequenza
del litigio a tavola fra Noiret e Gassman è portentosa), e si
sopporta serenamente una punta di magone per buona parte del film, perché
le tinte dominanti, anche se non ostentate, sono quelle della malinconia.
Fanny Ardant suona la Fantasia in re minore di Mozart e si interrompe
proprio prima del finale, che sarebbe in modo maggiore e inaspettatamente
lieto. Lo surroga Carlo (Gassman) con la frase che chiude tutto il film
"80 anni... dicono che sia l'età migliore". Il tema
principale di Armando Trovaioli è semplice e bello. Oltre al
citato Mozart, un bel momento è offerto dal II movimento del
concerto in sol di Ravel ascoltato alla radio.
COSA NON MI HA CONVINTO: il trucco di Vittorio Gassman nelle prime scene
in cui compare non la racconta giusta sull'età effettiva del
suo personaggio. Nella scena della confessione di Carlo a Giulio sul
libro che non ha mai letto, il doppiaggio di Massimo Dapporto è
fortemente fuori sincrono rispetto al labiale di suo padre Carlo.
CURIOSITA': la Ardant è doppiata, mentre
Noiret recita in italiano.
Ho visto La famiglia in italiano senza
sottotitoli.
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