DI COSA SI TRATTA: un assicuratore sposato con la donna del titolo italiano e padre di un bambino di 10 anni, sospetta che la moglie lo tradisca. Ingaggia un detective per scoprire se è vero e, nel caso, l'identità dell'amante.
COSA MI E' PIACIUTO: è un film straordinariamente ben fatto e ben interpretato, e sottilmente avvincente. Nonostante sia condotto, secondo lo stile di Chabrol, sul filo della sobrietà, è molto emozionante, soprattutto nel finale, per esempio quando la protagonista capisce cos'è accaduto, ed il suo volto esprime, in una fiera e luminosa passeggiata nel giardino di casa, tutti i suoi sentimenti. Senza una parola, così come silente è l'ultimissima scena, in cui Stéphane (Hélène nella versione originale) viene ripresa, immobile con il suo figlioletto per mano, con una carrellata a ritroso unita ad uno zoom in avanti. Come giallo, non riserva sorprese, perché non è su quel terreno che si gioca la partita, ma è il modo originale e incisivo, pur nella compostezza cui ho accennato, in cui si svolgono le varie sequenze che stabilisce il valore dell'opera. La sceneggiatura, scientificamente rigorosa, unisce semplicità e profondità. Se non scorresse del sangue, potremmo definirlo un film sentimentale. Ottime le musiche di Pierre Jansen, e molto ben collocate (Chabrol è sempre stato un raffinato utilizzatore delle colonne musicali), belle le scenografie.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': per quale ragione i curatori dell'edizione italiana hanno tirato fuori quel titolo? Stéphane è il nome dell'attrice, il personaggio si chiama Hélène. A chi non ha visto il film, ma è consapevole della bellezza della Audran, potrebbe sembrare che una così è perfetta nel ruolo della moglie infedele. Non molto lusinghiero per Stéphane Audran, che peraltro è almeno altrettanto brava quanto è bella, ancor meno per chi ha concepito la traduzione.
Ho visto Stéphane, una moglie infedele in francese con
sottotitoli in inglese.
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