DI COSA SI TRATTA: un giovane e una giovane si incontrano a New York e si sposano. Gioie e dolori privati nell'alveo della caotica comunità della metropoli.
COSA MI E' PIACIUTO: è un film narrativamente e stilisticamente molto maturo, all'apice dell'avventura del cinema muto che sarà travolto dal sonoro di lì a pochi mesi. Lo stile di recitazione dei due protagonisti come dei comprimari è già "pronto" per il parlato. Niente ammiccamenti, gesti clamorosi e smorfie grottesche, solo una vivida naturalezza. Anche i cartelli con le didascalie sono ridotti all'essenziale, perché diverse battute dei dialoghi sono perfettamente comprensibili anche senza verbalizzazione esplicita. A detta di uno dei suoi figli, La folla influenzò molto Vittorio De Sica, che ne trasse ispirazione per la realizzazione di Ladri di biciclette. Il finale di quest'ultimo film, con il bambino che prende per mano il padre disperato, è tratto di peso dal capolavoro di Vidor, anche se qui quella scena non è il finale. Finale che, abbastanza inaspettatamente, non è tragico, se ci limitiamo a considerare la storia particolare dei due giovani protagonisti, ma in senso generale l'ultima sequenza è fra le più inquietanti che si siano mai viste su uno schermo, pensando anche a ciò che sarebbe accaduto, marcatamente negli Stati Uniti, soltanto un anno più tardi. Eleanor Boardman, una bellezza senza tempo baciata da un immenso talento, avrebbe meritato un Oscar, ma non fu nemmeno candidata.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': Eleanor Boardman aveva sposato King Vidor due anni prima, e la coppia aveva avuto una figlia nel '27; una seconda nascerà nel '30. La Boardman era nata come attrice di teatro, ma una temporanea perdita della voce l'aveva indotta a passare al cinema muto. L'avvento del sonoro la colse impreparata e a disagio, e la sua carriera finì praticamente già prima della guerra.
Ho visto La folla con i cartelli originali in inglese e i sottotitoli in spagnolo.