COSA MI E' PIACIUTO:
ci mette un bel po' a scaldare il motore, diciamo una quarantina di
minuti, ma poi diventa un film d'avventura alquanto avvincente, secondo
tutti i canoni universali del genere, ma con quel qualcosa in più
che deriva dai valori della cultura giapponese e dal talento di Kurosawa
nel guidare gli attori e nel gestire le folle: almeno in un paio di
sequenze c'è parecchia gente contemporaneamente sullo schermo,
e la pellicola è in formato panoramico. In un contesto narrativo
d'azione, si aprono alcuni squarci di grande umanità: la principessa
orgogliosa che piange di nascosto, la schiava che viene riscattata e
poi protegge l'onore e l'incolumità della principessa, il canto
della principessa prigioniera. E momenti di contemplazione della natura
(il colore avrebbe giovato). Toshiro Mifune gagliardo più che
mai. Nella giovane Misa Uehara la grazia è pari al vigore.
COSA NON MI HA CONVINTO: inizio lento, con diversi passaggi superflui.
Le schermaglie buffonesche fra i due straccioni stancano presto (anche
se l'esagerazione dei toni in effetti serve a creare uno stacco rispetto
al finale). Nella scena in cui i nostri eroi sono sotto il tiro nemico,
gli scarti di luminosità tradiscono il montaggio.
CURIOSITA': Misa (Misako) Uehara, qui
al suo debutto cinematografico, prese parte a 8 film in tre anni, e
poi smise, all'età di 23 anni. Oggi c'è un'altra Misa
Uehara, semplicemente omonima, che ha 23 anni e ha già girato
7 film in 3 anni. Verrebbe da dirle "tenga duro signorina"
(cfr. Il diario intimo di Sally Mara, di Raymond Queneau).
Ho visto La fortezza nascosta in giapponese
con i sottotitoli in italiano per non udenti. Mi sono ripromesso di
non parlare del doppiaggio italiano, e terrò fede al proposito.
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