COSA MI E' PIACIUTO:
uscito solo un anno dopo Bianca, questo film conferma la definitiva
maturazione di Nanni Moretti, come regista ma soprattutto come autore,
grazie anche alla collaborazione con Sandro Petraglia. E' un dramma
sul tema della solitudine che ad ogni passo si immerge più profondamente
nel disagio di vivere e nella disperazione, ma che al contempo è
fra i film di Moretti uno dei più divertenti. Numerose le situazioni
memorabili: che don Giulio sia un personaggio singolare lo si coglie
già al suo esordio, quando dice ai due giovani che sta unendo
in matrimonio: "Vi farò tre domande, che riguardano: uno,
la fedeltà reciproca, due, l'educazione dei figli, tre ... la
fedeltà reciproca". A suo padre che gli cita un passo di
un libro che sta leggendo, "...fra l'idea e la realtà, fra
il movimento e l'atto cade l'ombra..." risponde annuendo solennemente
e continuando a giocare con la palletta di gomma che sua madre gli aveva
regalato quand'era piccolo. Alla sorella che sta sempre in disparte
e medita di andare a vivere per conto suo, Giulio canta, stonatissimo
come sempre, i versi della canzone di Lauzi "Ritornerai" ("ti
senti sola, con la tua libertà") che illustrano il tema
principale del film. La palletta, o il pallone, le canzoni, il ballo,
i dolci, la piscina o comunque l'acqua, la nostalgia dell'infanzia,
sono elementi che non mancano mai nei film di Moretti, e sono tutti
presenti anche qui. In più c'è una grande attenzione verso
i libri (la libreria, con la famosa risposta alla signora che chiede
un consiglio per un regalo, la biblioteca del padre, il libro impolverato
a casa dell'amante del padre di Giulio, il libro sul comodino della
madre, che è un riferimento a Il barone rampante, il
titolo della raccolta di poesie di Saverio, "L'inverno del nostro
scontento", che è in realtà il titolo di un bellissimo
romanzo di John Steinbeck). Ma al di là delle stranezze del protagonista,
questo è un film che sprigiona un implacabile senso della realtà.
La costruzione per sequenze brevi non è abbandonata, ma rispetto
ai film precedenti si afferma la tendenza ad un discorso più
lineare e compiuto. Fra le colonne sonore di Nicola Piovani che conosco,
questa è la mia preferita.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto La messa è finita in italiano.
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