DI COSA SI TRATTA: quasi 24 ore nella vita di una coppia minata dalla noia e dall'insoddisfazione di vivere.
COSA MI E' PIACIUTO:
è un film in cui tutto sembra funzionare in modo perfetto se esaminiamo i singoli ingredienti: i dialoghi, scritti da Antonioni a sei mani con Flaiano e Tonino Guerra, sono raffinatissimi e ricchi di significati, e quando sono poco verosimili lo sono in modo interessante, ovvero per eccesso di profondità piuttosto che per superficialià; Antonioni e i tre interpreti principali dànno il meglio di sé; l'ambientazione è sempre affascinante (Milano nei primi anni '60, il suo centro già strangolato dal traffico e le periferie trasandate); i molti personaggi di contorno sono ben caratterizzati; la fotografia è splendida.
COSA NON MI HA CONVINTO: non c'è nulla di male, in sé, nell'assenza di una storia esplicita, a patto che se ne riesca a leggere una in trasparenza. Da tutti quei bellissimi dialoghi, invece, a me sembra che si possano ricavare soltanto le premesse di un racconto, che non parte mai. Il finale è come un atto notarile, per carità scritto in modo superbo, che certifichi qualcosa che è già noto fin dall'inizio. Antonioni poeta dell'incomunicabilità? Altrove, non certo in questo film, i cui personaggi sembrano comunicare anche troppo.
Ho visto La notte in italiano.
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