COSA MI E' PIACIUTO:
quella di Renée Falconetti è per me una delle interpretazioni
femminili più sconvolgenti di tutta la storia del cinema. Dreyer
la mise alla prova tanto duramente che dopo questo film non volle più
saperne del cinema, e tornò al teatro, da cui proveniva. Tutto
il film raggiunge altezze vertiginose di espressività e di bellezza,
ma il finale è un'emozione totale. Le scene di massa sono così
coinvolgenti che al confronto i vari Signori degli anelli sembrano le
riprese del mio pianerottolo con una telecamera fissa. Ci sono inquadrature
geometricamente così estreme, un montaggio così vorticoso,
da rendere difficilmente comprensibile come Dreyer abbia potuto concepire
tutto questo nel 1928. Sul volto di Maria Falconetti-Jeanne d'Arc sul
rogo si dipinge, subitanea, la più autentica espressione di terrore
che io abbia mai visto al cinema. E la sua sagoma ormai esanime che
sbiadisce nel fumo, alternata alle espressioni di pietà e di
dolore degli astanti... ho i brividi solo a pensarci. Bravissimi anche
gli interpreti maschili, splendida la fotografia. Non si può
non conoscere questo capolavoro, non si può non amarlo.
COSA NON MI HA CONVINTO: c'è una gaffe fugace ma vistosa: una
guardia sulla piazza di Rouen porta degli occhiali molto poco quattrocenteschi.
CURIOSITA': Jeanne d'Arc (o Jehanne Darc, come
viene indotta a firmare nel film la confessione poi ritrattata) fu proclamata
santa solo nel 1920. Ancora più recentemente, nel 1979, le è
stata dedicata una
chiesa proprio sulla piazza di Rouen dove fu bruciata.
Ho visto La passione di Giovanna d'Arco con
i cartelli in italiano.
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