COSA MI E' PIACIUTO:
come ho già anticipato nelle note tecniche, la realizzazione
del film è superba. Le scene di combattimento non hanno nulla
da invidiare a quelle viste (e ascoltate) in "Salvate il soldato
Ryan", con la differenza che nel film di Spielberg non c'è
nient'altro, mentre questa è soprattutto un'opera filosofica.
Sorprende in un film bellico la prima quarantina di minuti senza che
si oda uno sparo, ed è proprio questa parte, unita alla prima,
impressionante battaglia, quella che mi è piaciuta di più.
Fotografia sublime, bella la musica - non tanto quella di Hans Zimmer
quanto i brani classici, molto ben scelti, fra cui spiccano il Requiem
di Fauré e "The Unanswered Question" di Charles Ives,
e anche le canzoni melanesiane. Al di là di tutto questo, tuttavia,
la vera forza del film è nell'inconsueto impianto ideologico,
ove la guerra è vista in un contesto naturalistico, o per meglio
dire panteistico, che ne fa risaltare l'inspiegabilità. Magnifica
prova di Sean Penn.
COSA NON MI HA CONVINTO: dopo i primi folgoranti 70', il film perde
un po' di vigore, e non aggiunge più nulla a quanto ha già
mostrato e suggerito nella prima parte. Non mancano tuttavia altri momenti
memorabili, fra tutti la voce fuori campo sull'immagine del giapponese
morto di cui emerge dalla terra solo il viso. Un paio di pezzi grossi
(Travolta e Clooney) compaiono in due particine: mi è sembrata
più che altro una mossa pubblicitaria. Nick Nolte eccessivo alle
prese con un personaggio troppo simile ad altri visti in altri film
del genere.
Ho visto La sottile linea rossa in inglese con sottotitoli
in italiano. Ho ascoltato in cuffia, ma è un dvd che meriterà
una replica in tempi brevi con gli altoparlanti.
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