COSA MI E' PIACIUTO:
inno sacro non convenzionale, poiché l'oggetto di culto non è una divinità
"ufficiale", ma la terra. Le forme utilizzate sono quelle dell'elegia,
del simbolismo e dell'astrattismo figurativo. Dovzhenko si serve
dell'elegia per cantare la comunione fra madre natura e gli uomini,
attraverso il ciclo vitale di entrambi (le ore del giorno, le varie
generazioni e dunque le stagioni della vita dell'uomo). Il simbolismo
alimenta il messaggio politico e sociale (la collettivizzazione,
l'arrivo delle macchine che sono destinate ad affrancare i contadini
dalla schiavitù del lavoro e da coloro che lo controllano: la lunga
sequenza dell'arrivo del trattore sembra raccontare l'avvento di
un messia). L'astrattismo figurativo, che lascia intuire come Dovzhenko
provenisse dalla pittura, è utilizzato nella sequenza delle macchine
agricole al lavoro. La forma ciclica dell'opera serve a rafforzare
un'idea panteistica di fondo, così come l'uomo accosta l'orecchio
alla terra, perché colui che è appena stato sepolto ha promesso di
rivelare come si sta "dall'altra parte". Il film inizia con una morte
e finisce con una resurrezione, sebbene ideale, a simboleggiare il
principio così bene espresso dal titolo dell'ultimo libro di Tiziano
Terzani, dettato sul letto di morte: "La fine è il mio inizio". La
sequenza in cui Vassili danza sulla strada, di notte, sollevando
nubi di polvere illuminata dal chiaro di luna, doveva essere qualcosa
di magico. Purtroppo questa magia può essere oggi soltanto immaginata.
Le musiche di Ovchinnikov, in uno stile abilmente rapportato all'epoca
del film, sono efficaci, anche se non seguono sempre fedelmente l'evolversi
delle situazioni.
COSA NON MI HA CONVINTO: ho già detto dell'handicap creato dalle
cattive condizioni del supporto rispetto alla fruizione della bellezza
degli scenari naturali. Nella prima parte c'è qualche dialogo muto, cioé
senza cartelli, in cui il tentativo di tradurre la tensione dialogica
su un piano esclusivamente visivo non mi pare pienamente riuscito (leggi:
"ma cosa stanno dicendo? E quando finisce questa scena?...").
CURIOSITA': la scena in cui il kulak si dispera facendo roteare
la testa sul terreno è stata ripresa dai Taviani in La notte
di San Lorenzo.
Ho visto La terra in russo con
i sottotitoli in francese.
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